25 Gen 2021
Maria Giuseppina Biddau
Posts by Giuseppina Biddau:
27 Lug 2020
Stickman e le ruminazioni 1
28 Giu 2020
Respiro
Ti consiglio prima di praticare l’esercizio di leggere sino alla fine
Se vuoi solo provare sdraiati in posizione supina. Metti una mano sopra l’addome e l’altra sul torace. Se fai bene la pratica, durante l’inspirazione la mano sul torace si muove poco o niente e la mano sull’addome viene spinta su. Immagina il diaframma come un palloncino, o meglio come un paracadute. Chiudi gli occhi. Inspira: 1234, riempi tutti i polmoni, trattieni 1234, espira lungamente 12345678. Durante la pratica i muscoli del collo, delle spalle e del torace devono essere rilassati. E’ possibile che ad ogni espirazione si rilassino sempre di più.
Se vuoi praticare durante tutto l’arco della giornata, non serve che tu stia sdraiata per respirare, puoi usare questa respirazione anche quando sbagli la fila al supermercato. A me capita spesso, tutte le casse con carrelli carichi di spesa, cassa vuota con una signora che però ha i buoni pasto, ovviamente scelgo quella… E allora lì, che faccio? Respiro. Aspettare tre minuti in più non mi cambia la giornata, mi permette di ossigenare il cervello. Piedi ben piantati a terra, gambe leggermente divaricate, tanto quanto il bacino. Addome, torace, spalle e collo rilassati: inspiro 1234, blocco 1234, espiro lungamente in modo da svuotare i polmoni 12345678. Sette/dieci respiri, non di più. Osserva il tuo respiro durante l’arco della giornata e quando ti rendi conto che stai respirando solo col torace, fai anche solo 10 respiri.
28 Giu 2020
Io e la fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome dolorosa e cronica, caratterizzata da sintomi diversi tra loro: dolore muscolo-scheletrico, emicranie, disturbi del sonno e della concentrazione, affaticabilità, disturbi d’ansia e depressivi. L’eziologia è sconosciuta, colpisce prevalentemente le donne, tuttavia non ne sono esenti uomini, bambini e adolescenti.
Nella mia esperienza clinica, le pazienti, arrivano in studio dopo un lungo e faticoso iter caratterizzato da numerose visite mediche, passano da uno specialista all’altro. Sono spesso deluse e arrabbiate per essere considerate malate immaginarie. Loro stesse alcune volte mettono in dubbio la presenza del dolore. Finalmente dopo mesi o anni in cui non trovano pace approdano dal reumatologo, medico che si occupa della sindrome fibromialgica.
A parte queste informazioni che sicuramente conoscerai meglio di me, ti sarà capitato, ciò che segue:
Normalissima giornata con un bel sole che invoglia ad uscire. Come tutti i fine settimana ci si incontra con gli amici di sempre. Tutto pronto e tu da appena apri gli occhi hai quel fastidio che ti fa presagire che la giornata si metterà male. Ti alzi ed il primo fastidio percepito mentre avevi la testa poggiata sul cuscino inizia a migrare per tutto il corpo.
Le persone che ruotano attorno a te iniziano con i soliti rituali. Tu stessa metti su i tuoi soliti rituali. Passi da far finta di non avere niente. Ma intanto sei nervosa per questa scimmia che non ti vuole abbandonare. Descrivi minuziosamente tutto ciò che senti, nella speranza di non sentirti pazza. Arriva il sentimento di colpa o di vergogna che spesso è tuo, altre volte lo inocula chi vive con te, costretto dalla prigionia della fibromialgia. Ecco che il quadro si complica.
Sono stanca di non essere capita. Sono stanca di iniziare una cura o la dieta, o prendere integratori sempre con entusiamo. La seguo pedissequamente e poi puntualmente ne vengo delusa. Sono stanca di non poter uscire come gli altri. Voglio una vita normale. Sono stanca, stanca. STANCA.
Tutto vero…ma a che mi serve andare da uno psicoterapeuta, se tu stessa poco fa hai scritto che della fibromialgia se ne occupa il reumatologo? Mi ipnotizzi, fai una magia? Mi fai passare il dolore? No, e questo deve essere chiaro, sin da subito. Può capitare che alcuni sintomi migliorino, ma questa è una azione sinergica di varie componenti. L’obiettivo non è la scomparsa dei sintomi, ma la gestione delle emozioni che ruotano attorno ai sintomi e di una qualità della vita familiare, sociale e lavorativa accettabile. La psicoterapia ti può aiutare a gestire: rabbia di non comprendere ed essere compresa, paura di fare lunghi viaggi, senso di colpa, vergogna, invidia, ti aiuta a gestire le ruminazioni ed i rimuginii. L’intervento psicoeducativo è fondamentale, per comprendere la malattia ed il suo funzionamento e restituire identità e dignità a te che soffri di una sindrome con cui dovrai fare i conti per tutta la vita.

La letteratura scientifica più recente suggerisce per la fibromialgia interventi mindfulness-based. La mindfulness favorisce un atteggiamento di accettazione attiva, Si investono energie e risorse verso ciò che è meglio per noi. Ricordati che accettazione non significa rassegnazione. Con la rassegnazione rinunci a trovare soluzioni che ti facciano stare bene, lasci che siano gli altri a trovarle per te e a etichettarti come petulante, malata immaginaria, pazza, isterica. Entrata nel meccanismo dell’accettazione diventi cosciente che il dolore che provi è reale, anche se nessuno strumento lo può misurare e osservare. E’ reale, tu lo provi. A dispetto di chi ti dice, ma come fai a non sopportarlo! E’ un semplice mal di testa…Io… L’accettazione ti permette anche di vedere quanto il dolore sia un limite che ti impedisce di fare alcune attività e puoi scegliere se attuare alcuni cambiamenti nella tua vita.
A questo punto del mio breve monologo clicca qui, puoi provare a fare una brevissima pratica di mindfulness
Bibliografia
Ciro Conversano, Laura Marchi – Vivere con la fibromialgia. Strategie psicologiche per affrontare il dolore cronico, Erickson
Maria Puliatti – La gestione psicofisiologica del dolore cronico. Regolare il sistema nervoso con la «mindfulness» e le risorse somatiche – Alpes Italia
Julie M Gentile – Terapia mentale ed emotiva per la fibromialgia. Come gli psicologi trattano la fibromialgia https://www.practicalpainmanagement.com/patient/conditions/fibromyalgia/mental-emotional-therapy-fibromyalgia
1 Mag 2020
Differenze tra fame nervosa e fame
Sicura che quella che provi durante la giornata sia effettivamente fame? Riconosci quando stai mangiando per fame e quando invece per fame nervosa? Verificalo con questo articolo. Prima di iniziare, qualche breve considerazione.
Il cibo viene spesso usato per calmare e rilassare la mente. Durante la nostra vita, bambini, adolescenti, adulti, uomini e donne, ciascuno di noi ha provato la fame nervosa, ormoni, prima, durante o dopo un evento importante, nuovo, ansiogeno. Presente! Io sono quella delle M&M.
Tuttavia se ti ritrovi giornalmente a ricorrere al cibo per confortarti o per smorzare la tensione e non riesci a smettere, questo è un problema, che è possibile si verifichi anche in altre aree. La maggior parte dei disturbi legati al cibo sono provocati dalla ricerca di autoconforto.
Andiamo per gradi…Nei prossimi giorni prova ad osservarti in modo da diventare cosciente se è fame fame o fame nervosa. Già questo potrebbe farti desistere dall’avventarti su patatine e cioccolato.
Cominciamo!
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NON
Susan Albers, 50 modi per vincere la fame nervosa, Gruppo Editoriale Macro
Stephan Guyenet, Il cervello affamato, Newton Compton Editori
Sonja T.P.Spoor, Marrie H.J.Bekker, TatjanaVan Strien, Guus L.van Heck, Relations between negative affect, coping, and emotional eat
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0195666306006337?via%3Dihub
30 Apr 2020
Grazie Grimilde per tutto ciò che hai fatto per me
Stamattina avrei voluto postare un’altro articolo, tuttavia… giro la pagina del calendario e si staglia davanti agli occhi e alla mente questa frase meravigliosa…
I calci nel cuore da parte di persone che dichiarano di amarci, è un tema che mi sta particolarmente a cuore professionalmente e personalmente.
Prendi Biancaneve poveretta. Lei nasce e la madre buona muore. A sette anni arriva a casa sua, Grimilde gelosa, qualche problemuccio col suo prolungamento narcisistico onnipotente, lo deve sicuramente avere avuto. La bullizza impietosamente, la critica, mina giornalmente la sua autostima, è costantemente di malumore, sottilmente colpevolizza la povera Biancaneve, usa l’arma del silenzio per farla capitolare.
Già me la sento, mentre si passa la crema antirughe sul collo. Non sei in grado neanche di tagliare il pane. Ti sta venendo il c… grosso. Non dimagrirai mai. Faccio gli auguri a tua cognata per la festa della mamma. Tu non sei in grado neanche di farmi diventare nonna. Sei sempre in ritardo come tua zia e tuo padre che non hanno concluso niente nella vita (un colpo e tre cadaveri). Bevo perché mi fai innervosire. Ho la gastrite per colpa tua. L’ho raccontato a tua madrina. Sai cosa ha commentato? Rimarrai sola. Continuando così non ti laureerai mai. Sono inciampata perché mi hai fatto arrabbiare
Le tattiche strategiche sono infinite e possono essere personalizzabili e intercambiabili a seconda delle situazioni.
Tuttavia, Grimilde commette il terribile errore di voler togliere a Biancaneve qualcosa di importantissimo.
Oh! Finalmente, crea uno stato di bisogno. Biancaneve desidera, desidera qualcosa. Dentro quella casa non si può cantare, giocare e raccontare senza essere criticati o aggrediti. Non si può fare una torta. Se la fai e viene bene, sporchi la cucina, perdi tempo. Se la fai e viene male, non sei buona a niente, sprechi tempo e soldi. Insomma non vai mai bene.
Grimilde la caccia, la vuole immobile come se fosse morta.
Povera Biancaneve si sente sola, con il chiacchiericcio dei vicini, gli sguardi di parenti famelici di rivalsa. Finalmente semi libera, poco poco cosciente che quella situazione non le piace, si rimbocca le maniche e va a servizio dai sette nani. Una Principessa che va a servizio…
Grimilde per esistere ha bisogno di Biancaneve e allora tenta il tutto per tutto.
Si trasforma in una dolce e gentile vecchietta carica di sentimenti di invidia, vendetta, odio. E’ irrazionale, manipolativa, seduttiva. Vuole Biancaneve tutta per sè. Ha bisogno di quella miserella per poterla cannibalizzare della sua fresca energia. Se Biancaneve pascola dentro casa, impasticcata di ansiolitici, Grimilde può lavarle i vestiti sentirsi giovane e nello stesso tempo incolparla che non fa niente e non sa fare niente.
Inganna Biancaneve per ben tre volte: le stringe il corsetto con un nastro e le pettina i capelli con un pettine avvelenato. La terza è apparentemente fatale. Le fa talmente tanto male che Biancaneve muore.
Mmmmh, mah…I conti non tornano. E’ morta, ma il corpo non imputridisce.
Non tutto è perduto. Negli anni in cui sta dentro la teca costruita dai nani, sviluppa saggezza, diventa consapevole, e impara ad amarsi. Nel suo cuore arriva Azzurro, in grado di sconfiggere il più malefico dei malefìci il sentimento di bassa autoefficacia. Si laurea, cerca e trova lavoro, si compra un castello, degno di una Principessa. E vissero tutti felici e contenti
Ecco…Se Grimilde non avesse creato con il suo comportamento una brutta frattura Biancaneve non avrebbe scoperto che ci sono altri tipi di relazioni, altri modi di vivere in famiglia.
Non ci sarebbe stato un lieto fine.
Grazie Grimilde e grazie a tutte le Grandi Madri che ho incontrato nella vita. Grazie di cuore, senza di voi come dico spesso non sarei riuscita a farmi muscoli e carattere per salire i livelli del grande videogioco che è la vita
Riferimenti bibliografici e non
Erich Neumann, La Grande Madre, Casa Editrice Astrolabio
Erich Neumann, La psicologia del femminile, (Il flauto magico), Casa Editrice Astrolabio
Fratelli Grimm, Fiabe, Fabbri Editore
Annamaria De Pace, Calci nel cuore, Sperling & Krupfer Editori
Bruno Bettelelheim, Il mondo incantato, Saggi Universale Economia Feltrinelli
Film Biancaneve (2012) di Tarsem Singh
28 Apr 2020
La triste storia dell’elefantino tratta da Lascia che ti racconti: Storie per imparare a vivere
Quando ero piccolo adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali.
Ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini.
Durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune…
Ma dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.
Era davvero un bel mistero.
Che cosa lo teneva legato, allora? Perché non scappava? Quando avevo cinque o sei anni nutrivo ancora fiducia nella saggezza dei grandi. Allora chiesi a un maestro, a un padre o a uno zio di risolvere il mistero dell’elefante. Qualcuno di loro mi spiegò che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. Allora posi la domanda ovvia: «Se è ammaestrato, perché lo incatenano?». Non ricordo di avere ricevuto alcuna risposta coerente. Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto, e ci pensavo soltanto quando mi imbattevo in altre persone che si erano poste la stessa domanda.
Per mia fortuna, qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: L’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.
Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a tirare e sudava nel tentativo di liberarsi. Ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui. Lo vedevo addormentarsi sfinito, e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora…
Finché un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare. Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita. E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…
da “Lascia che ti racconti: Storie per imparare a vivere (BUR Psicologia e società)” di Jorge Bucay, M. Finassi Parolo
28 Apr 2020
I quattro accordi di Don Miguel Ruiz
Oggi ho terminato di leggere I quattro accordi di Don Miguel Ruiz. Guardando la foto qui in alto, direi che la frase del Calendario filosofico cade a fagiolo! Comunque…Le opere di questo autore hanno venduto nove milioni di copie e sono state tradotte in 34 lingue…Mi sono fatta prendere la mano e ho acquistato tutti quelli trovati in libreria dello stesso autore. E’ un libro che mi è stato consigliato. Ti dico subito che cosa porterò con me.
Porterò con me il significato profondo dei quattro accordi, che riescono a racchiudere delle linee guida per affrontare ciò che ci capita senza giudizio e aspettative. Liberi! Liberi da credenze che non sono nostre. Siamo stati educati e addomesticati, alcune volte ammaestrati. Mi fa venire in mente la storia dell’elefantino del circo che spesso racconto in terapia. Se la vuoi leggere cliccaci sopra.
Gli accordi che ci fanno soffrire oggi, sono il frutto di credenze e valori dei nostri genitori, dei nostri vicini di casa, dei nostri amici, di nostro marito o di nostra moglie, di persone che abbiamo incontrato. Li abbiamo abbracciati in modo innocente perché in quel frangente non avevamo altra scelta. Ora che siamo guerrieri/adulti possiamo scegliere di essere liberi con saggezza anziché con innocenza
Questo libro mi piace perché parla di cambiamento e pone l’attenzione sul primo passo verso il cambiamento che è la consapevolezza. Consiglia di fare una sorta di inventario dei valori e delle credenze e di coltivare solo quelle che vi rendono felici e di eliminare quelle limitanti, che si basano sulla paura o la rabbia.
Introduce un altro concetto. Fai, agisci. Chi non fa non sbaglia mai.
Tutto ciò che hai imparato da quando sei nato sino ad ora scrivere, guidare, usare il computer, il telefono, suonare uno strumento, usare un macchinario, camminare, parlare, guidare l’auto, l’hai imparata attraverso la ripetizione. Solo con la ripetizione continua, sei riuscito a dominare queste attività, a sentirti capace ed efficace.
Ruiz dice di praticare i 4 accordi, senza stancarsi Apparentemente è semplice ciò che ti chiede di fare. Nel corso del tempo ti renderai conto che le vecchie abitudini cercheranno di prendere il sopravvento. Sarà la pratica a fare la differenza. Le abitudini errate si indeboliranno nel corso del tempo.
Smettila di giudicarti, di sentirti in colpa o di punirti se non riesci alla perfezione le prime volte e anche le successive.
Fai del tuo meglio. Abbi pazienza, la tua condizione non cambierà subito. Ci vogliono tante ripetizioni, tante quante ne hai fatte per instaurare una cattiva abitudine.
Inoltre mi ha fatto riflettere sul significato di rinascita, di resurrezione. A volte non riesco a dare un significato ad alcune feste religiose. Premetto che non sono credente, ma penso che in alcuni scritti ci siano perle di saggezza. Ad esempio la Pasqua per i cristiani che significa? Vorrei festeggiarla anche io con la stessa gioia di un cristiano. Ovviamente la mia considerazione è assolutamente priva di un significato religioso. Risorgere vuol dire sollevarsi dalla morte…Embè! Vuol dire essere come i bambini. Tabula rasa. Sai che significa? Da dove proviene questo concetto? Da Aristotele che parlava del nostro intelletto come una tavoletta di cera che poteva essere raschiata per poterci riscrivere sopra. Risorgere significa essere come i bambini, liberi e selvaggi ma con una differenza liberi con saggezza anziché con innocenza. L’anno scorso la mia collega si è comportata male! Col ca…che le porgo l’altra guancia. Tuttavia penso a quanto sarebbe bello incontrare altri colleghi con cui collaborare. Questo libro parla anche di perdono.
Insomma i prossimi giorni metterò in pratica i quattro accordi. Provare no! Fare, o non fare! Non c’è provare! E se ce lo dice Yoda in Guerre Stellari…
Sii impeccabile con la parola
Non prendere nulla in modo personale
Non supporre nulla
Fai sempre del tuo meglio
Cosa non porterò con me? Il lessico sciamanico
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NON
Don Miguel Ruiz – I quattro accordi
https://it.wikipedia.org/wiki/Tabula_rasa
Star Wars. Episodio V. L’impero colpisce ancora
27 Apr 2020
Diario del sonno
A che mi serve fare un diario? So che non dormo bene e questo mi basta. Uffa! Adesso devo anche scrivere… A questo punto cosa sei disposto a fare per stare meglio? Scommetto che stai pensando: Tutto! E allora scrivi e compila il diario. Ti servirà per sapere dove stai sbagliando. Inoltre questo diario potrà servire al tuo medico di famiglia, allo psichiatra, al neurologo e allo psicoterapeuta per poterti aiutare e dare indicazioni in merito all’insonnia.
Compilalo ogni mattina, per almeno una settimana, se sono due è meglio, prima di rivolgerti ad uno specialista. Compilalo anche durante le fasi della terapia, in modo da tenere sotto controllo l’andamento della stessa
Insomma, questo strumento di autovalutazione servirà sia in fase diagnostica che terapeutica!
Stai attento alle domande, leggile bene! Viene chiesto a che ora vai a dormire…tuttavia non è detto che l’ora in cui ti corichi coincida anche con l’ora in cui ti addormenti. Così per lo svegliarsi non è detto che coincida con l’ora in cui ti alzi. Inoltre, questo questionario serve anche per analizzare come tu valuti la qualità del tuo sonno. Se lo vuoi salvare clicca su DIARIO DEL SONNO – Dott.ssa Maria Giuseppina Biddau
Riferimenti bibliografici e non
Mattew Walker – Perché dormiamo. Poteri e segreti del sonno per una vita sana e felice
Laura Palagini, Raffaele Manni, Teresa Agnello, Irene Mazzei – Misurare il sonno. Repertorio delle scale di valutazione dei disturbi del sonno
NIHI MedlinePlus. Bethesda, MD, National Library of Medicine (US), Tips for Getting a Goods Night’s Sleep, estate 2012, https://magazine.medlineplus.gov/pdf/MLP_Summer2012web.pdf
NHLBI, National Heart, Lung And Blood Institute, Your guide healthy sleep https://www.nhlbi.nih.gov/health-topics/all-publications-and-resources/your-guide-healthy-sleep
24 Feb 2021
Agende: Cagliari e Sassari
Le agende di prenotazione per le nuove psicoterapie in entrambi gli studi: Sassari e Cagliari sono momentaneamente chiuse, sino a fine giugno 2021. In modo da seguire al meglio le persone che sono in terapia, in questo momento.
Le terapie online sono definitivamente chiuse. Le terapie iniziate online proseguiranno in modalità telematica.
Gli ex pazienti di Cagliari e Sassari che vogliono riprendere la terapia possono contattare il 3485132139. In quel caso le agende sono aperte.
Vi chiedo, cortesemente, di telefonare e non utilizzare alcun tipo di messaggistica SMS, whatsapp, skype. È gradita la telefonata o una breve mail con nome, cognome, numero ti telefono ed una breve e sintetica richiesta a segreteria@psicosassari.it o usando il form di prenotazione presente nel sito
Vi ricontatterò nel più breve tempo possibile, solitamente entro 24 ore lavorative.
Buon proseguimento