Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
3 Mar 2015
L’accettazione della paura comincia con il riconoscerla
Il primo passo per accettare la paura è ammettere che ci sia.
C’è una storia che mio padre era solito raccontarmi quando ero un bimbo. E’ la storia di un bambino ter
“No” rispose lui. Tagliò un quadratino di pasta.rorizzato dai kreplach, dei tipici ravioli ebraici. Un giorno sua madre gli disse che gli avrebbe mostrato che non c’era niente da temere dai kreplach. Lo portò con sè in cucina, lo mise a sedere e, dopo aver steso un impasto di farina, gli chiese se avesse paura.
“C’è qualcosa di cui aver paura?”, gli chiese.
“No, nulla.” Allora prese del trito di carne e lo mise al centro del quadratino.
“E adesso?”
“No, certo che no!” rispose lui.
Quindi prese un angolo e lo ripiegò.
“Hai paura?”
“No!” Allora ripiegò un altro angolo.
“Ancora nessuna paura?”
“Nessuna!” Ripiegò anche il terzo angolo.
“Paura?”
Noo.” Infine, prese l’ultimo angolo e ripiegò.
“Ahhh, Kreplach!!!!”
Questo è come la paura può essere irrazionale tanto quanto temere i kreplach.
– Krishnananda e Amana – Uscire dalla paura. Osservare il bambino emozionale dentro di noi e interrompere l’identificazione – Universale Economica Feltrinelli 2014